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sabato 7 aprile 2012
Disegni per sognatori stanchi - VINCENZO PIAZZA
Galleria Elle Arte (PA)
Dal 13 al 28 aprile. inaugurazione venerdì 13 alle ore 18.
Venticinque disegni, a grafite e tecnica mista,realizzati tra il 1994 e il 2012.
Orario 16:30-19:30 escluso i festivi.
Dal 13 al 28 aprile. inaugurazione venerdì 13 alle ore 18.
Venticinque disegni, a grafite e tecnica mista,realizzati tra il 1994 e il 2012.
Orario 16:30-19:30 escluso i festivi.
venerdì 6 aprile 2012
Francesco de Gregori- la donna cannone
Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno,
giuro che lo farò,
e oltre l'azzurro della tenda nell'azzurro io volerò.
Quando la donna cannone
d'oro e d'argento diventerà,
senza passare dalla stazione
l'ultimo treno prenderà.
E in faccia ai maligni e ai superbi il mio nome scintillerà,
dalle porte della notte il giorno si bloccherà,
un applauso del pubblico pagante lo sottolineerà
e dalla bocca del cannone una canzone suonerà.
E con le mani amore, per le mani ti prenderò
e senza dire parole nel mio cuore ti porterò
e non avrò paura se non sarò bella come dici tu
ma voleremo in cielo in carne ed ossa,
non torneremo più...
na na na na na
e senza fame e senza sete
e senza ali e senza rete voleremo via.
Così la donna cannone,
quell'enorme mistero volò
tutta sola verso un cielo nero nero s'incamminò.
Tutti chiusero gli occhi nell'attimo esatto in cui sparì,
altri giurarono e spergiurarono che non erano stati lì.
E con le mani amore, con le mani ti prenderò
e senza dire parole nel mio cuore ti porterò
e non avrò paura se non sarò bella come vuoi tu
ma voleremo in cielo in carne ed ossa,
non torneremo più...
na na na na na
E senza fame e senza sete
e senza ali e senza rete voleremo via...
giuro che lo farò,
e oltre l'azzurro della tenda nell'azzurro io volerò.
Quando la donna cannone
d'oro e d'argento diventerà,
senza passare dalla stazione
l'ultimo treno prenderà.
E in faccia ai maligni e ai superbi il mio nome scintillerà,
dalle porte della notte il giorno si bloccherà,
un applauso del pubblico pagante lo sottolineerà
e dalla bocca del cannone una canzone suonerà.
E con le mani amore, per le mani ti prenderò
e senza dire parole nel mio cuore ti porterò
e non avrò paura se non sarò bella come dici tu
ma voleremo in cielo in carne ed ossa,
non torneremo più...
na na na na na
e senza fame e senza sete
e senza ali e senza rete voleremo via.
Così la donna cannone,
quell'enorme mistero volò
tutta sola verso un cielo nero nero s'incamminò.
Tutti chiusero gli occhi nell'attimo esatto in cui sparì,
altri giurarono e spergiurarono che non erano stati lì.
E con le mani amore, con le mani ti prenderò
e senza dire parole nel mio cuore ti porterò
e non avrò paura se non sarò bella come vuoi tu
ma voleremo in cielo in carne ed ossa,
non torneremo più...
na na na na na
E senza fame e senza sete
e senza ali e senza rete voleremo via...
Charles Baudelaire
La Musica
Spesso la musica mi porta via come fa il mare. Sotto una
volta di bruma o in un vasto etere metto vela verso
la mia pallida stella.
Petto in avanti e polmoni gonfi come vela scalo la cresta
dei flutti accavallati che la notte mi nasconde;
sento vibrare in me tutte le passioni d'un vascello che dolora,
il vento gagliardo, la tempesta e i suoi moti convulsi
sull'immenso abisso mi cullano. Altre volte, piatta bonaccia,
grande specchio della mia disperazione!
http://www.incontroallapoesia.it/charles_baudelaire.htm
Spesso la musica mi porta via come fa il mare. Sotto una
volta di bruma o in un vasto etere metto vela verso
la mia pallida stella.
Petto in avanti e polmoni gonfi come vela scalo la cresta
dei flutti accavallati che la notte mi nasconde;
sento vibrare in me tutte le passioni d'un vascello che dolora,
il vento gagliardo, la tempesta e i suoi moti convulsi
sull'immenso abisso mi cullano. Altre volte, piatta bonaccia,
grande specchio della mia disperazione!
http://www.incontroallapoesia.it/charles_baudelaire.htm
giovedì 5 aprile 2012
Franco Battiato - Centro di Gravità Permanente
Una vecchia bretone
con un cappello e un ombrello
di carta di riso e canna di bambu'
capitani coraggiosi
furbi contrabbandieri macedoni
gesuiti euclidei
vestiti come dei bonzi per entrare a corte
degli imperatori
della dinastia dei Ming
Cerco un centro di gravita' permanente
che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose e sulla gente
avrei bisogno di
cerco un centro di gravita' permanente
che non mi faccia mai cambiare idea sulle cosee sulla gente
Over and over again
Per le strade di Pechino
erano giorni di maggio
tra noi si scherzava a raccogliere ortiche
non sopporto i cori russi
la musica finto rock la new wave italiana
il free jazz punk inglese
neanche la nera africana
Cerco un centro di gravita' permanente
che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose esulla gente
avrei bisogno di
cerco un centro di gravita' permanente
che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose e sulla gente
Over and over again
Over and over again
Niccolò Fabi - Costruire
Chiudi gli occhi
immagina una gioia molto probabilmente
penseresti a una partenza
ah si vivesse solo di inizi
di eccitazioni da prima volta
quando tutto ti sorprende e
nulla ti appartiene ancora
penseresti all'odore di un libro nuovo
a quello di vernice fresca
a un regalo da scartare
al giorno prima della festa
al 21 marzo al primo abbraccio
a una matita intera la primavera
alla paura del debutto
al tremore dell'esordio
ma tra la partenza e il traguardo
nel mezzo c'è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è potere e sapere
rinunciare alla perfezione
ma il finale è di certo più teatrale
così di ogni storia ricordi solo
la sua conclusione
così come l'ultimo bicchiere l'ultima visione
un tramonto solitario l'inchino e poi il sipario
tra l'attesa e il suo compimento
tra il primo tema e il testamento
nel mezzo c'è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è sapere e potere
rinunciare alla perfezione
ti stringo le mani
rimani qui
cadrà la neve
a breve
PER FARE UNA POESIA DADAISTA
Prendete un giornale.
Prendete un paio di forbici.
Scegliete nel giornale un articolo che abbia la lunghezza
che volete dare alla vostra poesia.
Ritagliate l'articolo.
Tagliate ancora con cura ogni parola che forma tale articolo
E mettete tutte le parole in un sacchetto.
Agitate dolcemente.
Tirate fuori le parole una dopo l'altra, disponendole nel-
l'ordine con cui le estrarrete.
Copiatele coscienziosamente.
La poesia vi rassomiglierà.
Ed eccovi diventato uno scrittore infinitamente originale e
fornito di una sensibilità incantevole, benché, s'intende, in-
compresa dalla gente volgare.
TZARA
mercoledì 4 aprile 2012
EMILIO ANGELINI
La serie di opere intitolate "materia che si trasforma" mi fa pensare a delle città del futuro in cui la civiltà è stata sopraffatta dal potere e dal progresso e dove appartenente si crede esserci il caos. In realtà c'è un ordine pieno di vita che ha voglia di farsi sempre notare e di vincere la globalizzazione che ci circonda.
Trovo che Emilio Angelini sia un'artista quasi poetico, in ogni sua opera inserisce parte del suo cuore.
Emilio Angelini merita di essere inserito tra i miei artisti preferiti perché trovo cosi raro che un'artista sappia ancora mettere il proprio cuore nelle proprie opere d'arte.
Automobile da Corsa
AUTOMOBILE DA CORSA
F.T MARINETTI 1908
Veemente dio d'una razza d'acciaio,
Automobile ebbra di spazio,
che scalpiti e fremi d'angoscia
rodendo il morso con striduli denti...
Formidabile mostro giapponese,
dagli occhi di fucina,
nutrito di fiamma
e d'oli minerali,
avido d'orizzonti, di prede siderali...
Io scateno il tuo cuore che tonfa diabolicamente,
scateno i tuoi giganteschi pneumatici,
per la danza che tu sai danzare
via per le bianche strade di tutto il mondo!...
Allento finalmente
le tue metalliche redini,
e tu con voluttà ti slanci
nell'Infinito liberatore!
All'abbaiare della tua grande voce
ecco il sol che tramonta inseguirti veloce
accelerando il suo sanguinolento
palpito, all'orizzonte...
Guarda, come galoppa, in fondo ai boschi, laggiù...
Che importa, mio démone bello?
Io sono in tua balìa!...Prendimi!... Prendimi!...
Sulla terra assordata, benché tutta vibri
d'echi loquaci;
sotto il cielo acciecato, benché folto di stelle,
io vado esasperando la mia febbre
ed il mio desiderio,
scudisciandoli a gran colpi di spada.
E a quando a quando alzo il capo
per sentirmi sul collo
in soffice stretta le braccia
folli del vento, vellutate e freschissime...
Sono tue quelle braccia ammalianti e lontane
che mi attirano, e il vento
non è che il tuo alito d'abisso,
o Infinito senza fondo che con gioia m'assorbi!...
Ah! ah! vedo a un tratto mulini
neri, dinoccolati,
che sembran correr su l'ali
di tela vertebrata
come su gambe prolisse...
Ora le montegne già stanno per gettare
sulla mia fuga mantelli di sonnolenta frescura,
là, a quel sinistro svolto...
Montagne! Mammut in mostruosa mandra,
che pesanti trottate, inarcando
le vostre immense groppe,
eccovi superate, eccovi avvolte
dalla grigia matassa delle nebbie!...
E odo il vago echeggiante rumore
che sulle strade stampano
i favolosi stivali da sette leghe
dei vostri piedi colossali...
O montagne dai freschi mantelli turchini!...
O bei fiumi che respirate
beatamente al chiaro di luna!
O tenebrose pianure!... Io vi sorpasso a galoppo!...
Su questo mio mostro impazzito!...
Stelle! mie stelle! l'udite
il precipitar dei suoi passi?...
Udite voi la sua voce, cui la collera spacca...
la sua voce scoppiante, che abbaia, che abbaia...
e il tuonar de' suoi ferrei polmoni
crrrrollanti a prrrrecipizio
interrrrrminabilmente?...
Accetto la sfida, o mie stelle!...
Più presto!...Ancora più presto!...
E senza posa, né riposo!...
Molla i freni! Non puoi?
Schiàntali, dunque,
che il polso del motore centuplichi i suoi slanci!
Urrà! Non più contatti con questa terra immonda!
Io me ne stacco alfine, ed agilmente volo
sull'inebbriante fiume degli astri
che si gonfia in piena nel gran letto celeste!
martedì 3 aprile 2012
De Kooning
Le sue prime opere sono di matrice realistica. Le sue origini sono olandesi e dalle Fiandre trae quelle caratteristiche comuni ad alcuni artisti che lo hanno preceduto (come Vincent Van Gogh, kees Van Dongen e Jamens Ensor): è quel senso di angoscia insito nella vita e nella grossa necessità di esprimerlo.
Il suo linguaggio artistico si è sviluppato nell'ambito dell'espressionismo astratto nel 1948. Nella sua prima esposizione le sue tele sono la rappresentazione di una visione violenta e angosciata e deformata della vita.
lunedì 2 aprile 2012
Lucio fontana
PICCOLE PERLE DI SAGGEZZA
Lo spazio in Fontana è qualcosa che va oltre la tela, i suoi i buchi e in seguito i tagli che aprono un varco nella bidimensionalità della superficie verso il vuoto, la luce, l’infinito.
domenica 1 aprile 2012
Testo Tutto L'universo Obbedisce All'amore- Franco Battiato
Rara la vita in due... fatta di lievi gesti,
e affetti di giornata... consistenti o no,
bisogna muoversi... come ospiti... pieni di premure
con delicata attenzione... per non disturbare
ed è in certi sguardi che... si vede l'infinito
Stridono le auto... come bisonti infuriati,
le strade sono praterie...
accanto a grattacieli assolati,
come possiamo... tenere nascosta... la nostra intesa
ed è in certi sguardi... che s'intravede l'infinito
Tutto... l'universo... obbedisce... all'amore,
come... puoi tenere... nascosto... un amore.
ed è così... che ci trattiene... nelle sue catene,
tutto... l'universo... obbedisce... all'amore
Come possiamo... tenere nascosta... la nostra intesa
ed è in certi sguardi... che si nasconde l'infinito
Tutto... l'universo... obbedisce... all'amore
come... puoi tenere... nascosto... un amore,
ed è così... che ci trattiene... nelle sue catene
tutto... l'universo... obbedisce all'amore.
e affetti di giornata... consistenti o no,
bisogna muoversi... come ospiti... pieni di premure
con delicata attenzione... per non disturbare
ed è in certi sguardi che... si vede l'infinito
Stridono le auto... come bisonti infuriati,
le strade sono praterie...
accanto a grattacieli assolati,
come possiamo... tenere nascosta... la nostra intesa
ed è in certi sguardi... che s'intravede l'infinito
Tutto... l'universo... obbedisce... all'amore,
come... puoi tenere... nascosto... un amore.
ed è così... che ci trattiene... nelle sue catene,
tutto... l'universo... obbedisce... all'amore
Come possiamo... tenere nascosta... la nostra intesa
ed è in certi sguardi... che si nasconde l'infinito
Tutto... l'universo... obbedisce... all'amore
come... puoi tenere... nascosto... un amore,
ed è così... che ci trattiene... nelle sue catene
tutto... l'universo... obbedisce all'amore.
pollo alle prugne
Nasser Ali Khan, violinista di fama internazionale, ha scelto di morire nel proprio letto dopo che la moglie Faringuisse ha distrutto l'oggetto a cui era più legato, il suo amatissimo violino. Dopo questo tragico avvenimento, il musicista si è relegato nel suo letto in attesa che il Dio della Morte lo porti con sé, e in attesa della sua venuta ripercorre i momenti fondamentali della propria esistenza. Giorno dopo giorno scopriremo che lo strumento non è altro che un feticcio dell’amore negato che ha vanificato la sua vita.
La fumettista e regista Marjane Satrapi ha improntato diverse opere in chiave biografica: in “Persepolis” raccontava con ironia la propria giovinezza e la storia e cultura dell’Iran, in “Taglia e cuci” ha continuato a descrivere i costumi e le tradizioni del suo popolo sempre con pungente sarcasmo, mentre con “Pollo alle prugne” si è discostata dalla disamina sociale per narrare una storia d’amore, anche questa di matrice persiana ma con caratteristiche universali. Marjane Satrapi racconta con ironia e drammaticità la vita malinconica di suo zio, che viene ricordato dai familiari per essere rimasto a letto fino alla morte, senza un’apparente motivazione. La Satrapi, incuriosita dalla vicenda, investiga e finalmente restituisce la necessaria interezza alla vicenda.
La trasposizione cinematografica dell’omonimo fumetto è stata realizzata a quattro mani, e come per “Persepolis” la regista iraniana ha scelto di dirigere il film assieme al collega illustratore Vincent Parronaud. Se il primo lungometraggio era un film d’animazione con l’intensità di una storia reale, in “Pollo alle prugne” accade il contrario: la pellicola è filmata con attori in carne ed ossa ma vanta elementi onirici e fantastici che ci proiettano in una dimensione surreale. Sin dall’inizio, osservando i giochi di luce e i forti chiaroscuri, ci accorgiamo che non si tratta di una pellicola in stile classico, e scena dopo scena comprendiamo sempre più la vicinanza di “Pollo alle prugne” all’arte del fumetto. Flashback continui frantumano la narrazione lineare, e l’unica alternativa è quella di abbandonarsi e farsi trasportare dai registi nel loro cosmo fatto di saggi, diavoli e tutta una schiera di personaggi caricaturali. La Satrapi e Paronnaud non creano solo situazioni irreali, ma utilizzano proprio elementi estranianti come scenografie in computer grafica nelle quali agiscono i personaggi reali, oppure impiegando una fotografia dai cromatismi ipersaturi.
“Pollo alle prugne” è una meraviglia per gli occhi, oltre che un grande esempio di cinema: lo spettatore è deliziato dalle inquadrature e dai movimenti di macchina di un’opera d’arte che ci pone davanti all’estetica pura. La pellicola, oltre ad essere un ottimo prodotto dal punto di vista tecnico, porta a riflettere su un tema importante: il libero arbitrio. Quando seguiamo i costumi o i dettami altrui e soffochiamo quindi la nostra volontà provochiamo dei danni a volte irreparabili, che rovinano per sempre la nostra esistenza. Siamo nati per essere liberi: se tarpiamo le ali ad un uccello, quale sarà l'unico risultato possibile? La sua caduta. Nota conclusiva: è consigliata la visione anche a chi abbia letto il fumetto, rispetto al quale sono stati modificati alcuni elementi.
Autore: Francesco Volpi
Fonte: http://filmedvd.dvd.it/
La fumettista e regista Marjane Satrapi ha improntato diverse opere in chiave biografica: in “Persepolis” raccontava con ironia la propria giovinezza e la storia e cultura dell’Iran, in “Taglia e cuci” ha continuato a descrivere i costumi e le tradizioni del suo popolo sempre con pungente sarcasmo, mentre con “Pollo alle prugne” si è discostata dalla disamina sociale per narrare una storia d’amore, anche questa di matrice persiana ma con caratteristiche universali. Marjane Satrapi racconta con ironia e drammaticità la vita malinconica di suo zio, che viene ricordato dai familiari per essere rimasto a letto fino alla morte, senza un’apparente motivazione. La Satrapi, incuriosita dalla vicenda, investiga e finalmente restituisce la necessaria interezza alla vicenda.
La trasposizione cinematografica dell’omonimo fumetto è stata realizzata a quattro mani, e come per “Persepolis” la regista iraniana ha scelto di dirigere il film assieme al collega illustratore Vincent Parronaud. Se il primo lungometraggio era un film d’animazione con l’intensità di una storia reale, in “Pollo alle prugne” accade il contrario: la pellicola è filmata con attori in carne ed ossa ma vanta elementi onirici e fantastici che ci proiettano in una dimensione surreale. Sin dall’inizio, osservando i giochi di luce e i forti chiaroscuri, ci accorgiamo che non si tratta di una pellicola in stile classico, e scena dopo scena comprendiamo sempre più la vicinanza di “Pollo alle prugne” all’arte del fumetto. Flashback continui frantumano la narrazione lineare, e l’unica alternativa è quella di abbandonarsi e farsi trasportare dai registi nel loro cosmo fatto di saggi, diavoli e tutta una schiera di personaggi caricaturali. La Satrapi e Paronnaud non creano solo situazioni irreali, ma utilizzano proprio elementi estranianti come scenografie in computer grafica nelle quali agiscono i personaggi reali, oppure impiegando una fotografia dai cromatismi ipersaturi.
“Pollo alle prugne” è una meraviglia per gli occhi, oltre che un grande esempio di cinema: lo spettatore è deliziato dalle inquadrature e dai movimenti di macchina di un’opera d’arte che ci pone davanti all’estetica pura. La pellicola, oltre ad essere un ottimo prodotto dal punto di vista tecnico, porta a riflettere su un tema importante: il libero arbitrio. Quando seguiamo i costumi o i dettami altrui e soffochiamo quindi la nostra volontà provochiamo dei danni a volte irreparabili, che rovinano per sempre la nostra esistenza. Siamo nati per essere liberi: se tarpiamo le ali ad un uccello, quale sarà l'unico risultato possibile? La sua caduta. Nota conclusiva: è consigliata la visione anche a chi abbia letto il fumetto, rispetto al quale sono stati modificati alcuni elementi.
Autore: Francesco Volpi
Fonte: http://filmedvd.dvd.it/
Marina Abramovic a Milano, anteprima nazionale per il film “The artist is present”
Che le arti non siano più considerate compartimenti stagni non è una notizia né una novità. Ma gli appuntamenti di qualche intelligenza e le iniziative feconde che le fanno incontrare, collaborare, confrontare insieme non sono all’ordine del giorno. Anche per questo, l’appuntamento di Firenze di questa sera è una tappa da non perdere per tutti coloro che ricercano esperienze espressive e linguistiche della contemporaneità. Nello specifico, si incontreranno gli appassionati di cinema e di arte contemporanea e il connubio sarà eccezionale davvero: giovedì 22 marzo, alle ore 20.30, “Lo schermo dell’arte film festival” presenta “Marina Abramovic: the artist is present” di Matthew Akers(USA, 2012, 106’), film premiato con il Panorama audience award per il miglior documentario al 62° Festival del Cinema di Berlino.
Contemporaneamente il film sarà presentato – alle 20.30 e alle 22.15 all’Apollo SpazioCinema – anche a Milano alla presenza dell’artista stessa. Perché è Milano – al Padiglione d’Arte Contemporanea (Pac) – che Marina Abramovic ha scelto come luogo che ospita dal 21 marzo al 10 giugno il suo primo lavoro – The Abramovic Method – dopo la grande retrospettiva al MoMa di New York nel 2010 Questa nuova opera, coprodotta e distribuita in Italia da GA&A e Feltrinelli Real Cinema, documenta l’ultima performance artistica realizzata dalla artista dal titolo “The Artist is Present”. Il plot è suggestivo: in un’enorme stanza del museo americano, in occasione della prima retrospettiva incentrata sui suoi quarant’anni di carriera,
Contemporaneamente il film sarà presentato – alle 20.30 e alle 22.15 all’Apollo SpazioCinema – anche a Milano alla presenza dell’artista stessa. Perché è Milano – al Padiglione d’Arte Contemporanea (Pac) – che Marina Abramovic ha scelto come luogo che ospita dal 21 marzo al 10 giugno il suo primo lavoro – The Abramovic Method – dopo la grande retrospettiva al MoMa di New York nel 2010 Questa nuova opera, coprodotta e distribuita in Italia da GA&A e Feltrinelli Real Cinema, documenta l’ultima performance artistica realizzata dalla artista dal titolo “The Artist is Present”. Il plot è suggestivo: in un’enorme stanza del museo americano, in occasione della prima retrospettiva incentrata sui suoi quarant’anni di carriera,
Le scene del film, appena applaudite al Sundance Film Festival, rendono lo spettatore protagonista: “Guardando le espressioni degli occhi e del volto dell’artista – spiega Lucchesi – si partecipa di una visione intima e personale del suo mondo. In questo film si riconosce lo stile inconfondibile di Abramovic, che ha sempre incentrato la propria arte sulla performance attribuendo grande valore alla preparazione fisica e mentale, elementi basilari per generare quell’interrelazione emotiva tra pubblico e performer”.
Autore: Eugenia Romanelli
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/
Autore: Eugenia Romanelli
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/
In mostra a Lucca l'universo spirituale di Chagall. Il pittore russo dall'animo di fanciullo
A partire dal 7 gennaio Lucca ospiterà nella suggestiva Chiesa di S.Cristoforo una mostra intitolata "L'universo spirituale di Marc Chagall" con l'esibizione di 20 preziosi oli e tecniche miste su tela del maestro russo che spaziano dal 1959 al 1982. Si tratta di straordinari dipinti di piccolo formato che indagano un mondo interiore nutrito dei ricordi dell'infanzia trascorsa a Vitebsk e riversati nella leggerezza nostalgica de L'âne blanc dans le bouquet del 1960-1965 o nell'onirico Profil du peintre della sua ultima stagione, dove l'artista vola col pensiero al paese nativo.
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