sabato 19 maggio 2012

 
Mi chiedo: chi è cosi vigliacco da colpire una scuola piena di ragazzi? Non potrei neanche definivi bestie perché sarebbe solo complimento. Nessun animale colpisce con questa ferocia!  Link articolo

giovedì 17 maggio 2012

Una su mille

Ho deciso per che per adesso voglio una pausa dal pennello, è troppo raffinato! Voglio usare una penna per dipingere e per disegnare, voglio un segno forte è prepotente non voglio sfumature a spiegare il tutto.
Cosi ho deciso, disegno: prendo la mia penna, il mio blocco, e vado. Senza pensarci troppo è la mano che si muove, la mia mano si muove e crea dei buffi personaggi. Sono dei mostri? No! Sono solo dei personaggi che erano nella mia vita o che vivono nella mia testa.
Nei miei ultimi lavori ho deciso di usare il caffè amaro, come la mia vita, che è amara ma che ha un sapore abbastanza deciso, e poi il colore del caffè mi rimanda il pensiero a quando facevo incisione calcografica.


I miei ultimi quadri sono lo specchio di quello che sono ora. Badate bene però, fate attenzione a quello che vi sembrerà di vedere, perché nei miei quadri non si trova malinconia, si trova tanta voglia di vita, si trova una persona che ha tanta voglia lottare, di mostrarsi e di non nascondere più la sua vera natura.

Pari oppurtunità


martedì 15 maggio 2012

Dark Shadows

A metà del XIII° secolo, i coniugi Collins e il figlioletto Barnabas salpano dall'Inghilterra alla volta del Maine, dove avviano un impero commerciale e favoriscono la nascita di una cittadina che porta il loro nome: Collinsport. Anni dopo, Barnabas è un giovin signore ricco e di bell'aspetto, che s'innamora perdutamente della dolce Josette e infrange così il cuore di Angelique Bouchard, che lo aveva servito e adorato. Assetata di vendetta, Angelique, che è una potente strega, lo tramuta in vampiro e lo fa seppellire vivo. Al suo risveglio, nel 1972, Barnabas scopre che il suo maniero e la sua famiglia sono andati in rovina e che l'intera città vive nel mito dell'intraprendente Angie, imprenditrice di successo e vecchia conoscenza di Barnabas.
Basandosi su una sceneggiatura di Seth Grahame-Smith (l'autore di "Orgoglio e Pregiudizio e Zombie") e sulla serie televisiva di Dan Curtis (1966-1971), Tim Burton realizza con Dark Shadows un film visivamente ricchissimo ma anche pieno di “spirito”. Se del regista si è soliti apprezzare la passione per l'inconsueto, questa incursione nel terreno dei vampiri, che dire di moda è dire poco, può lasciare esitanti, ma non solo Burton con questo lavoro torna “a casa”, ma dimostra ad ogni inquadratura di essere superiore alle mode, anzi, ad esser precisi, di trovarle curiose.
Mai come questa volta ci troviamo in un mondo popolato di creature simili tra loro, almeno apparentemente. Per ragioni diverse (l'età ingrata, il vizio dell'alcol, la capacità di vedere i fantasmi o la natura vampiresca) i Collins e i loro entourage sono tutti strani, chi più chi meno. Lo sono e basta, come i componenti della famiglia Addams. Ma all'interno di questo mondo e di quest'epoca in cui la bizzarria è quasi la normalità, Burton opera i distinguo che fanno battere il cuore al suo film: perché non tutti i mostri sono uguali e non tutti sono mostri allo stesso modo.
All'horror alla James Whale, al melodramma kitsch e soap-operistico, Burton aggiunge un ingrediente (estraneo all'originale televisivo) senza il quale questo film non sarebbe lo stesso, nemmeno lontanamente: un leggero e purissimo umorismo. Le unghie di Barnabas che testano l'asfalto, la sua brama per la lava rossa nella lampada, la sua perplessità per Scooby Doo, o gli hippies in brodo di giuggiole per Eric Segal, sono la testimonianza del divertimento che Burton ha sperimentato preparando e girando. E noi ci divertiamo con lui, assistendo alla resurrezione dalle tenebre del piacere dello spettacolo cinematografico, lo stesso piacere del ragazzino che gioca a rifare i film mettendoci del suo (e quando si parla di Tim Burton, il “suo” è tantissimo).
La sensazione è che, oltre questa summa barocca di generi, ispirazioni (pittoriche e cinematografiche, lontane e vicine), gusti e personaggi, Burton non potrà, forse, che ricominciare da qualcosa di davvero altro. Attendiamo con rinfrescato interesse.


domenica 13 maggio 2012

FORESTA"LABORATORIO"

DATA: 1giugno

In collaborazione con L' Accademia Delle Belle Arti di Palermo sezione Scenografia diretta da VALENTINA CONSOLE SI APRE UN LABORATORIO DEL POETA SCENICO
eseguito da VERONICA PECORAINO lavoro sull'attore spontaneo informale ,Veronica attrice e regista autrice di testi surreali e viscerali allieva di ALESSANDRO FERSEN e PERLA PERAGALLO. A Roma crea un lavoro lunghissimo per anni sul lavoro di scrittura gesti astratti e onirico che chiama TEATRO DEL POETA SCENICO, tra i suoi lavori portati in scena RICORDIAMO: BATTAGLIA DI CUOR DI LEONE, FIELE, MOANA MI MANCHI, UNA MESSAINSCENATRAVOLGENTE,MONDI, SPARAMI OFELIA,LA SOLITUDINE DEL VIAGGIATORE,FATA D'AZZARDO, MONOLOGHI PER UN ATTRICE SCONOSCIUTA,BAROCCHE, ERA DI MAGGIO, ATTACCHI DI PANICO, MALAFEMMINA, L'ANALFABETA, SANGUMIO PALPITANTE, STELLA MUTA.Veronica vuole creare un laboratorio basato sull'improvvisazione e sulla scena inventata , usare le tecniche scoperte al Mulino di Fiora a Roma via Arno villa Torlonia , tecniche tramandate dalla sua unica madre teatrale artista geniale e fortissima PERLA, che con LEO DE BERARDINIS regista e attore poeta scenico , creano un teatro fatto di visioni e magia ,anima e sguardo,elegantissima forma surreale e carnale , dando un segno graffiante che li accompagna in questo tragitto sperimentale e incisivo unico.
Negli anni 70/80 creano uniti per moltissimo tempo, un nuovo gesto teatrale carnale e impetuoso , ricordiamo il TEATRO di MARIGLIANO fatto di distruzione e costruzione scenica comune , musicale, di gesti forti , segni, trasformazione , e capovolgimento di testi classici.Il laboratorio è aperto a tutti coloro hanno seriamente voglia di seguirlo rispettando orari e tempi di costruzione creando una poetica viscerale e onirica di scambio e liberta' espressiva, poesia, tutto ritmato dalla musica contemporanea ,classica, elettronica , rock, sperimentale, punk ,ska, rokkabilly,e creata da tutti i partecipanti.Alla fine del laboratorio verra' messo in scena un nuovo spettacolo da presentare presso i cantieri della zisa.Per informazioni e per aderire al lavoro contattarmi al 3403190266 e lasciare anche un piccolo curriculum sulla posta facebook Veronica veruska Veradusa teatro .LA QUOTA DI ADESIONE DAL 1 GIUGNO AL 16 LUGLIO CON PAUSE SETTIMANALI SABATO E DOMENICA DALLE 15,35 ALLE 18, 35 E' DI EURO 75 PER TUTTO IL LABORATORIO .APPUNTAMENTO IL PRIMO DI GIUGNO ALLA GRANDE VASCA ORE 16.GRAZIE.E BUON LAVORO A TUTTI !

Festa della mamma

Oggi per me è un giorno strano, è un giorno pieno di rabbia e di delusione. Oggi è la festa della mamma, ma io non posso festeggiare la mia mamma perché lei si è dimenticata di avere una figlia. E' una madre che non si volta più verso la figlia neanche se lei le sta chiedendo aiuto. Vorrei scuoterla fino schiarirle il cervello, per dirle: sveglia! Comportati da DONNA, smettila di essere succube, perché questo non è amore!
Oggi non è ungiorno felice per me. Voi avrete una mamma che vi dirà quanto vi vuole bene e quanto sarà disposta a fare per voi, sarà pronta a scalare la montagna più alta per la vostra felicità. Io non avrò niente di tutto questo da mia madre perché lei semplicemente ha fatto la sua scelta. Delle sue scelte io ne sto piangendo le conseguenze, porto ancora delle ferite, mi sento come un cane randagio senza nessuna radice.
La cosa che mi fa più paura è che crescendo mi guardo allo specchio e somiglio sempre più a lei, questo mi rende sempre più triste. Più cresco e più sento il bisogno di lei, perché mi sento smarrita, perché il mondo degli adulti mi fa paura e non ho nessuno che mi fa vedere come si sta a questo mondo, io non avrò mai una madre che prenderà le mie difese se qualcuno mi ferirà.
Ha 24 anni e mi ritrovo alla ricerca di una madre putativa che sia sempre pronta a dirmi che mi vuole e a farmi ogni tanto una carezza.
Il consiglio che vi posso dare è: andate da vostra madre, o chiamatela, e abbracciandovela ditele quanto le volete bene, fatelo anche al posto mio perché a me non mi è più concesso. Perché io sono figlia di una donna che ha dimenticato cosa significa essere madre.   

  

Marcel Duchamp

Mi sono costretto a contraddirmi per evitare di conformarmi ai miei stessi gusti.