domenica 8 aprile 2012

What is the Matrix? (Filosofia di un programmatore)


Programmare è creare. Ma la creazione non è esattamente come l'opera di un artista, il creatore in questo caso è più simile ad un dio. Ciò che viene creato non è un oggetto ma è un sistema, cioè un mondo. Un mondo con i suoi confini, le sue regole e il suo tempo. Un meccanismo con elementi precisamente posizionati e pronti ad interagire tra loro ad ogni passo. Ingranaggi che danzano al tempo di miliardi di battiti al secondo. Un mondo dentro al mondo. Velocissimo se osservato nei sui quanti, a volte irritabilmente lento nei nostri monitor. E' un mondo a livelli, come il nostro, parte dalle particelle e arriva agli organismi viventi. L'informatica ha permesso di programmare mondi su livelli via via sempre più alti materializzando sistemi sempre più organizzati. Forse anche in questi mondi potrà un giorno nascere qualcosa di molto simile alla vita. Mondi con organismi che si fanno beffa della estrema semplicità degli ingranaggi che li compongono e che ignorano scioccamente la mostruosa complessità di cui sono rappresentanti. Per la teoria dell'informazione il nostro mondo è fondamentalmente uguale a qualunque sistema di elaborazione, cioè al mondo dei programmi. Il mio pensiero finale è dunque il seguente: ammettere l'esistenza di Dio non è forse la stessa cosa che ammettere l'esistenza di Matrix? Allora perché in un caso si chiama religione e nell'altro solo fantascienza?

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